E’ probabilmente il disturbo dell’umore che colpisce il più elevato numero di persone. Se può essere abbastanza normale avere degli sbalzi d’umore passeggeri, sentirsi un po’ malinconici o “giù di morale”, quando questi sintomi si infittiscono e persistono per un certo periodo, possiamo pensare di avere una depressione vera e propria.
Vi sono altri segni da prendere in considerazione prima di formulare una diagnosi di depressione: alterazioni del ritmo sonno/veglia, inappetenza, difficoltà di concentrazione, senso di inadeguatezza e di inutilità.
Sono state avanzate varie teorie per cercare di spiegare questo disturbo: per alcuni autori, i sintomi depressivi sono causati da una diminuzione dei rinforzi positivi e da un aumento delle esperienze aversive; per altri è soprattutto la carenza di abilità relazionali a essere responsabile della depressione; altri ancora hanno osservato che i depressi tendono a ipervalutare gli aspetti negativi e a sottovalutare quelli positivi, riservando a sé stessi degli standard di autovalutazione estremamente elevati. Il modello cognitivo della depressione invece si basa su tre concetti principali: la cosiddetta triade cognitiva( il depresso di solito ha una visione negativa relativamente a sé stesso, alle proprie esperienze attuali, al futuro); gli schemi in base ai quali reagiamo all’ambiente esterno; le distorsioni cognitive attraverso cui interpretiamo le nostre esperienze.